Sebbene le strutture che seguono siano parti della villa già riportate alla luce, una vasta porzione di questa residenza rimane ancora sepolta.
Il giardino circonda la villa ed è racchiuso da porticati. Da qui i vari vigneti e orti arrivavano fino al porto. Questi giardini includevano anche numerose statue e busti.
Nell’antica architettura romana (ma anche in quella moderna), l’atrio è un’area aperta e illuminata dal sole circondata da un edificio. L’atrio a Ercolano fungeva da ingresso alla villa e collegava le varie parti della casa. L’atrio era circondato da 11 statue, che raffigurano satiri nell’atto di versare acqua. Molte altre statue e busti adornano le pareti dell’atrio.
Il peristilio ad Ercolano, un’altra struttura all’aria aperta, è affiancato da 10 colonne su ciascun lato con una lunga piscina al centro. Dopo il tablinum (un’area di ricevimento che si apre su un altro peristilio sul retro) si trova un secondo peristilio.
All’interno della villa sono state ritrovate preziose sculture in marmo e bronzo (circa 24 e 63 rispettivamente). Molte di queste sono oggi custodite al museo archeologico nazionale di Napoli o al Getty Museum a Malibù. Tra le statue degne di nota si annoverano un Ermes seduto in contemplazione e un Pan che copula con una capra.
Nella villa sono stati ritrovati busti bronzei che rappresentano diversi filosofi e sapienti. Tra le figure più popolari si includono lo stesso Epicuro e il suo studente prediletto, Ermarco. Di particolare valore simbolico è il busto del maialino volante, che denotava la ricerca del piacere senza remore. Qui si è anche ritrovata una meridiana a forma di prosciutto.
In questo sito sono stati ritrovati circa 1100 rotoli di papiro carbonizzati, conservati dall’eruzione del Vesuvio. Questi reperti consentono oggi di ottenere dettagli sugli antichi trattati epicurei. I primi tentativi di decifrare i rotoli ha portato alla loro distruzione, poiché questi venivano tagliati a metà. Oggi, grazie alla tomografia computerizzata (TC), si è cominciato a piccoli passi a procedere alla lettura dei testi.
Numerosi affreschi (ora custoditi al museo archeologico di Napoli) mostrano temi architettonici, animali, ecc. La maggior parte degli affreschi sono monocromatici in rosso, giallo e arancione. Tra i più conosciuti ci sono gli affreschi di cervi e anatre, Cupido e un affresco di recipienti d’argento.
Scopri tutti gli affreschi e i mosaici di ErcolanoUna delle principali attrazioni del peristilio della villa sono le statue in bronzo. Di particolare nota sono le due statue dette i “corridori”, pronte a scattare. Anche la figura del satiro ubriaco, usata come ornamento per una fontana, è stata trovata nel peristilio. Nell’atrio sono stati anche ritrovati Sileni (compagni di Bacco) bronzei appoggiati su pantere e otri che distribuivano acqua.
Gli scavi della Villa dei Papiri furono interrotti nel 1764 e ripresero solo negli anni ‘60 del secolo scorso, quando furono riportati alla luce l’atrio, i piani inferiori, un padiglione sul mare, i pavimenti a mosaico, i soffitti stuccati e le pareti affrescate. Tra le scoperte fatte vi sono anche mobili con intarsi d’avorio e diverse altre statue di marmo, come una raffigurante Demetra e un'Amazzone.
Negli anni ‘50 del XVIII secolo nei pressi del sito i cercatori si imbatterono nel pavimento in marmo policromo che faceva parte della Villa dei Papiri. Sotto la direzione di Karl Weber, furono scavati dei tunnel nelle profondità della villa per esplorarla ulteriormente. Sebbene i superiori di Weber fossero più interessati a saccheggiare i reperti della villa, Weber ne disegnò comunque un’attenta piantina, documentando la posizione in cui ogni oggetto era stato ritrovato e delineando la mappa dell’edificio.
Sì, la visita della villa è inclusa nei biglietti per Ercolano. Tuttavia, l’attrazione è al momento chiusa per lavori di restauro.
Hai ragione a chiederti perché si parla così tanto della Villa dei Papiri. Innanzitutto, la Villa dei Papiri non era una semplice casa lussuosa di campagna. Ricorda infatti i palazzi ellenistici e poteva appartenere esclusivamente a qualcuno che apparteneva agli strati più alti dell’aristocrazia romana. Deve il suo nome ai circa 1100 papiri che sono stati carbonizzati dall'eruzione. Gli sforzi per decifrarli hanno fornito intriganti elementi per comprendere meglio la filosofia e il pensiero epicureo. Gli esperti credono che una piena comprensione di questi testi potrebbe portare luce sul contesto intellettuale e culturale dell’epoca, cambiando il modo in cui pensiamo alla vita nell’antica Roma. Oltre a questo, la villa ospitava rare collezioni di preziosi reperti, tra cui statue, sculture e affreschi che ora si trovano al Getty Museum di Malibù (California) o al museo archeologico nazionale di Napoli.
All’interno della villa, i papiri erano in una stanza che somigliava a una biblioteca. Sono stati ritrovati in custodie nere su scaffali e armadi aperti.
La villa si trova a circa 150 metri dai resti principali di Ercolano, parallela al litorale.
Sebbene la villa sia principalmente nota per i papiri trovati nella biblioteca, ospitava anche un’impressionante collezione di statue di bronzo e sculture in marmo, affreschi, mobili, ecc.
Visitare il Getty Museum a Malibù è un'ottima opzione, visto che è stato modellato sulla pianta dell’originale Villa dei Papiri. I visitatori possono ottenere un’idea di come apparivano gli interni, con atrio, peristilio e tablinum. Il museo ospita anche una collezione di opere d’arte di grande valore, recuperate dalla villa originale.